domenica 16 agosto 2020

Migranti in fuga

 

I polizziotti rivelano: " Abbiamo l'ordine di non fermare i migranti che scappano"

 

 La situazione dei migranti malati di Covid in quarantena e di quello che scappano sta diventando esplosiva nell’Agrigentino. E i poliziotti non ne possono più. «Siamo stanchi, siamo qui per niente», dicono gli agenti di polizia che lavorano nella provincia più martoriata d’Italia. 

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domenica 9 agosto 2020

Bar e ristoranti senza personale. “Colpa di bonus e reddito di cittadinanza”

 

Bar e ristoranti senza personale "Colpa di bonus e reddito di cittadinanza"

sabato 8 agosto 15:59 - di Carlo Marini
reddito di cittadinanza

Tra reddito di cittadinanza e bonus, molti giovani preferiscono stare a casa.  “Siamo nel momento clou di una stagione già di per sé molto complicata e si è aggiunto un problema gravoso. La difficoltà a reperire personale. In tanti vengono a fare il colloquio e poi ci rispondono che preferiscono rimanersene a casa, coperti da reddito di cittadinanza, bonus o altre forme di sostegno”. L’allarme è del presidente dell’Associazione Jesolana Albergatori, Alberto Maschio.

Mancano tre lavoratori su 10

“Molti colleghi, ma il problema riguarda anche le attività di ristorazione, stanno continuando a segnalare alla nostra segreteria, ma anche a me personalmente – racconta – la difficoltà a reperire personale. Si tratta di figure professionali tra le più disparate, per un totale che si assesta attorno al 30%. Già nel mese di luglio, quando il lavoro richiedeva l’assunzione di altre persone, avevamo ottenuto una risposta non particolarmente confortante da parte di varie figure professionali. In questo momento la situazione si è aggravata”.

Il reddito di cittadinanza toglie lavoratori

Il problema del reddito di cittadinanza che mette i lavoratori in condizione di restare a casa è una costante. Infatti, è più facile per chi è disoccupato richiedere il reddito di cittadinanza e stare a casa anziché lavorare per alcuni mesi e perdere il diritto al reddito. E, dopo le misure del decreto rilancio, al bonus. Lo scorso anno il problema fu sollevato dalla Regione Liguria, che riscontrò enormi difficoltà nel reperire personale per la stagione estiva. E una difficoltà simile si presentò nella Riviera adriatica. Uno chef di San Benedetto del Tronto aveva lanciato un appello analogo. “Non trovo personale. Nessuno vuole essere messo in regola”, aveva detto al Messaggero. Tuttavia, l’alternativa, paradossale per chi proclamava l’onestà nel suo programma è il lavoro in nero. Il cameriere lavora nel ristorante nell’hotel o al bar in nero. Non perde il reddito di cittadinanza e presta servizio. Non a caso, in questi ultimi tempi le denunce sono moltipicate.

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mercoledì 5 agosto 2020

Un anno di messaggi tra Palamara e Zingaretti

Un anno di messaggi tra Palamara e Zingaretti

 

Sul Pd aleggia una palpabile preoccupazione: le chat di Luca Palamara, l’ex membro del Csm indagato per corruzione e per questo espulso dall’Associazione nazionale dei magistrati. Una vera e propria bufera, quella delle intercettazioni, che si è abbattuta sulla magistratura e che a breve si potrebbe abbattere anche su Nicola Zingaretti. “La Casellati – confessa il piddino Umberto Del Basso De Caro al Giornale – ha chiesto che escano tutte le registrazioni di Palamara. Da quanto ne so ci sono pure quelle con Zingaretti. Perché? Chiedete a Ielo e a Pignatone”.

Si parla infatti di un anno e due mesi di messaggi tra il magistrato e il segretario dem, interrotti proprio nel giorno in cui l’inchiesta perugina su Palamara è finita sui giornali, ossia a maggio dello scorso anno. Prima di quel giorno si leggono gli auguri inviati dalla toga al politico in occasione della vittoria alle elezioni regionali, la nomina a titolo gratuito di Palamara nel consiglio scientifico di un istituto di studi giuridici della Regione.

Ma non solo. Tra Palamara e Zingaretti sono infatti intercorsi parecchi incontri in bar e ristoranti. Non sarebbe tutto però perché secondo Del Basso De Caro ci potrebbero essere nuove e scomode carte che proprio il “chiedete a Ielo e a Pignatone”, ossia il pm che ha iniziato l’indagine poi finita a Perugia su Palamara e l’ex numero uno della procura romana, fanno pensare a qualcosa pronto a venir fuori.  liberoquotidiano.it

La moglie di Palamara dirigente esterna in Regione Lazio, assunta da Zingaretti


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Buoni questi!

Angelo Cuicchi


martedì 4 agosto 2020

Palamara ammette: «È vero, la sinistra orienta la magistratura». E aggiunge: «Mi sono pentito»


lunedì 3 agosto 9:29 - di Gianluca Corrente
Palamara

«La magistratura è in evoluzione, bisogna essere realisti. È composta da 9mila persone che nei fatti sono una comunità. Ed è indubbio che la sinistra ha una forte capacità di orientamento della magistratura». Ad affermarlo è Luca Palamara, nell’intervista con il direttore del giornale online Giulio Gambino durante la terza serata del TpiFest. «A volte ti viene da pensare che la stampa non sia libera, è importante l’indipendenza della stampa così come quella della magistratura. Ho grande fiducia che la generazione dei giovani possa dare al paese una stampa libera».

Il pentimento di Palamara

«Se tornassi indietro non rifarei le stesse cose», aggiunge. «Eviterei questo meccanismo di relazioni. Sarei molto più netto su reiterate e numerose richieste di raccomandazione che hanno caratterizzato la mia persona in quegli anni. Mi sono pentito». Ci tiene però a sottolineare che «ci sono più Palamara per ogni correnti. E sono coloro che negli anni hanno ricevuto incarichi politici associativi». È stato preso «il mio telefono. Se fossero state ascoltate le conversazioni di miei omologhi si potrebbe avere visione più globale di quello che è realmente accaduto. Dovrebbero essere ascoltati per una visione meno parziale, perché esiste un altro pezzo».

Le chat “confidenziali” sul telefono

«Per le chat sul mio telefono, dico che contengono affermazioni improprie. Già più volte da quelle affermazioni io per primo ho preso le distanze. Ma tengo a dire che quando si scrive sulle chat spesso lo si fa in via confidenziale, in forma stringata, in forma sintetica. E soprattutto lo si fa nella convinzione del caposaldo della libertà e segretezza delle nostre comunicazioni», aggiunge Palamara.

Palamara e i giudizi politici

«Prendo le distanze da quelle che contengono contenuti impropri su svolgimento dell’attività politica. Ho esercitato una carica rappresentativa che come tale mi imponeva di interfacciarmi con il mondo della politica e delle istituzioni. Ho frequentato uomini politici di entrambi gli schieramenti. Determinati giudizi sono frutto di situazioni contingenti che come tali devono essere contestualizzati. Il mio nome, Palamara, può essere fatto solo per definire processo giusto e imparziale».