martedì 28 gennaio 2020

Elezioni Emilia Romagna-Da piccola compravo l'Unità portata a casa

“Io, nata e cresciuta in Emilia, vi spiego perchè quella di oggi è una vittoria senza pari”

Io, nata e cresciuta in Emilia Romagna, vi racconto perché quello conseguito alle Regionali è un risultato straordinario. Vi racconto perché non si poteva fare di più e perché non è una sconfitta per il centrodestra ma una vittoria senza pari.
Quando ero piccola io, venivano a casa i ragazzi del partito a vendere l’Unità e la compravano tutti, anche le famiglie di destra. Perché era il simbolo di un sistema e di un’economia che coinvolgeva (io direi travolgeva) tutto e tutti; in quello che a sinistra volevano far sembrare come un grande abbraccio ma che in realtà era una morsa dalla quale era impossibile divincolarsi. Già nell’immediato dopoguerra l’Emilia Romagna cominciava a creare il suo tessuto connettivo basato sull’ideologia comunista: nascono le Case del Popolo per l’aggregazione sociale; e le cooperative per quella economica. Il Partito garantisce lavoro, carriere, crescita e fondi . Il tutto attraverso una cinghia di trasmissione che oggi ha perso parte della componente ideologica ma ha mantenuto intatta la struttura.
Io, nata e cresciuta in Emilia Romagna, vi racconto perché quello conseguito alle Regionali è un risultato straordinario. Vi racconto perché non si poteva fare di più e perché non è una sconfitta per il centrodestra ma una vittoria senza pari.


Per la prima volta i vertici del Pd hanno avuto paura
Quello che intendo dire è che i veri comunisti oggi in Emilia Romagna sono pochi (e per di più ben lontani dal Pd!). Ma forte è ancora quella morsa-abbraccio che crea una struttura controllata e controllabile. Dalla latteria sociale nel paesino di cento anime alla grande cooperativa: tutto gira come una cinghia di trasmissione che comprende associazioni, consorzi, Anpi, Arci, banche… Alcune sono produttive, altre vivono di sovvenzioni, in un sistema che ricorda il capitalismo “di stato” cinese, che prevede una dirompente capacità imprenditoriale tutta però controllata direttamente o indirettamente dalle Coop e dall’influenza politica.
Il Pd ha chiamato a raccolta anche i centri sociali
Si capisce bene che queste Regionali erano questione di vita o di morte per il Pd. Quando ero bambina, ma anche fino a pochi anni fa, qui il centrosinistra non faceva neanche campagna elettorale e vinceva con percentuali bulgare. Per la prima volta i vertici del partito hanno avuto paura, hanno sentito che la macchina perfetta cominciava a scricchiolare. E hanno fatto l’unica cosa che potevano fare: hanno chiamato a raccolta tutto il sistema, tutti i singoli ingranaggi e tutti coloro che temevano di perdere la loro situazione di privilegio. Pure i centri sociali e le frange extraparlamentari che, come è noto, non amano il Pd, hanno chinato la testa e hanno aiutato colui che doveva vincere per fa sì che nulla cambiasse.

Ma la macchina della sinistra ha perso pezzi
E così si spiega tutto. Il terrore del cambiamento, lo scricchiolio sotto i piedi di chi comanda da 70 anni, la possibilità di nuovi inserimenti nell’economia e nel tessuto sociale che avrebbero destabilizzato le maglie immobili della sinistra: tutto questo ha fatto sì che vincesse ancora il Pd. Ma la macchina ha perso i pezzi, sotto forma di percentuale e di consenso. La macchina ha rallentato, ha rischiato di fermarsi e c’è voluto il miracolo creato dalla paura per farle passare il traguardo pochi secondi prima dell’avversario.
Sconfitta? Forse potrà sembrare così a chi in Emilia Romagna non ci è nato e non ci ha vissuto. E lo capisco: da fuori è impensabile figurarsi la grande montagna creata dal modello comunista e capire tutte le diramazioni e le dinamiche. Ma credetemi sulla parola, credete a chi conosce questa terra nel profondo: il centrodestra ha fatto un risultato straordinario. Abbiamo sentito l’odore della paura degli avversari e il rumore secco delle lamiere che si piegavano. Il futuro adesso è tutto da scrivere e il centrodestra ci deve credere.

 (Barbara Mazzali è consigliere regionale Fdi in Lombardia)

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