domenica 16 agosto 2015

Serra tra decadenza e turismo

Sgombriamo innanzitutto la questione da un possibile equivoco: personalmente tutti coloro che con passione lavorano organizzano e realizzano ogni tipo di festa locale, hanno certamente la stima di tutti, la mia compresa. Altro discorso per quelli che operano, in nome della cultura e del turismo, al solo fine di pompare soldi pubblici. Tanto per capirci sono quelli del paese dei balocchi, o similari, cui a pagare sono sempre gli allocchi. È da trent'anni che ci acculturiamo, siamo diventati dei professori, osservate Serra, guardatevi intorno e tirate le conclusioni.
In questi giorni di festa, girovagando su Facebook, sul turismo serrano ho letto un po' di tutto, allora in proposito dirò alcune cose anch'io.
C'è chi sostiene che il ritorno delle feste a fini turistici ė a lungo termine. 
Bene, io ho solo 65 anni, sono vissuto a Serra e ho conosciuto manifestazioni locali straordinarie: festa del calcione, carnevali irripetibili, quelli delle cosiddette maschere zozze,   per non dire delle rappresentazioni teatrali oggi impensabili del tipo "uomo donna", che coinvolgevano la cittadinanza tutta per settimane intere.  Tutto ciò per dire che da questo punto di vista quello che facciamo oggi non è neanche la brutta copia, senza offesa per nessuno.
Ho aspettato quindi tanto tempo, se mi fosse possibile sarei disposto ad aspettare altri 65 anni per vedere il ritorno turistico delle manifestazioni odierne meritevoli comunque di considerazione.
A quei tempi Serra era economicamente viva, tre alimentari, due macellerie, tre bar, fornai, pizzeria,tabaccherie, fotografo, osterie pubbliche e private, due ortofrutticoli, due falegnamerie, medici, farmacia, banca, maestri, geometri, sartorie, calzolai, marmisti, fabbri, muratori e via dicendo. Scuole stracolme e meta di insegnanti fuori sede. Per non parlare dei luoghi di divertimento e della ricettività misurati ai tempi di allora. 
Successivamente la decadenza è stata continua e inesorabile per motivi a tutti noi ben noti, nonostante le feste della Proloco e delle Parrocchie.
Per anni la presenza estiva è stata sostenuta dai cosiddetti forestieri, che erano quelli che ancora avevano le radici nel nostro paese: genitori e nonni.
Oggi siamo al minimo, abbiamo superato da tempo il punto di non ritorno, e non c'è festa che tenga.  Se la sera d'estate esci è tanto se incontri 10 persone, d'inverno dopo le 16 è un deserto. Tutto ciò, già da solo, basta per una semplice constatazione:  a Serra la ripresa socio economica non passa per il turismo, ma esattamente per il contrario.
Chi non è convinto di questa semplice considerazione continui pure a festeggiare. Passerò anch'io qualche giorno diverso. Mi spiego: agriturismo e bed and breakfast tanti, ristoranti uno hotel nessuno. 
La crescita economica porta dietro tra le altre cose la ricettività che ovviamente per il turismo, gioca un ruolo essenziale, non quella mordi e fuggi di alcune ore che non serve a nessuno. Il turismo che porta crescita economica fa parte di una filiera molto complessa, basti pensare che noi, vicini a una delle meraviglie del mondo, le grotte di Frasassi, non siamo riusciti, in trent'anni, a fini turistici, a fruirne nemmeno una boccata d'aria.
E qui veniamo al vero punto della questione. Visto che la ripresa economica non dipende purtroppo dalla nostra volontà, cerchiamo di capire come nel frattempo si poteva ed ancora si possono almeno alimentare queste presenze turistiche. 
Il ruolo della politica a questo punto è fondamentale, ogni Comune da solo non ce la può fare, necessita quindi di quella filiera di cui parlavo. È mai possibile che per decenni di Comunità Montana, oggi Unione Montana, di cui mai nessuno ha capito l'utilità, non sia riuscita a creare quella filiera oltre i localismi? 
Un esempio per tutti, la pinacoteca di Fabriano, le grotte di Frasassi, la strada che porta sul monte Murano, dove a suo tempo si poteva ammirare la casa leggendaria del Conte Murano con acqua potabile ricavata da quella piovana attraverso filtri a carbone, oggi trasformata purtroppo nella casetta dei sette nani, per poi ridiscendere sul nostro centro storico e ammirarne le sue bellezze, oggi purtroppo ridotte a poco. Così per altri itinerari, tanto da poter realizzare quella rete come insieme di singole particolarità.
Non certo quel sistema rappresentato dal depliant  estivo quale itinerario turistico dove il nostro  Comune nemmeno compariva, oppure la Pop Art itinerante sulle stazioni ferroviarie, dove alla inaugurazione dei murales di quella di Serra nessuno si è presentato, nemmeno i promotori, credo per la vergogna. Per non parlare del teatro sotto il ponte della superstrada ai margini del fiume, per acculturare anche i pesci, spazzato via alla prima piena. Il tutto ovviamente sempre con tanti soldini pubblici.
Volutamente non ho parlato dell'antico spettacolare percorso della  Gola della Rossa, oggi ex, per puro  pudore; per quello che oggi da lì si vede ė bene per tutti tenerlo nascosto.
In questo sistema però la nostra parte la dobbiamo fare, vanno bene la chiesa di Santa Lucia, quella di San Francesco e di San Filippo, ma il centro storico nel suo insieme com'è ridotto? Un disastro, la piazza che sta per sfondare, le opere pubbliche dopo il terremoto da rifare, I palazzi cosiddetti nobili chiusi e invendibili. Parti del paese impraticabili, vedi Sant'Angelo, le Copertelle di via Cassero con edifici crollati dal almeno vent'anni e con conseguenti vie chiuse al transito, oggi per le erbacce cresciute più adatte ai conigli che alle persone, gli itinerari del parco immaginari, un teatro fuori uso  per non aver cambiato cinque coppi a suo tempo, un edificio in bella vista parzialmente demolito, cavi elettrici cadenti, ecc.
Forse un viaggetto presso i nostri vicini umbri in particolare in quei gioielli di centri storici di Spoleto, Trevi, Assisi, Gubbio, Monte Castello Vibio ecc., per vedere come sono tenuti, non farebbe male.
Da quelle condizioni si può pure ripartire, dalle nostre ė dura. Quasi impossibile.
I fondi pubblici sono ormai una chimera, ecco quindi la necessità della ripresa economica, anche questa difficile, cerchiamo intanto di valutare con maggior serietà e severità le nostre appartenenze alle associazioni sovracomunali  tipo cis e sogenus per trarne i giusti vantaggi che al momento, nonostante il disastro ambientale di quest'ultima ci paghiamo pure sopra, arricchiscono solo una località ben nota; sia in termini di redditività che di personale allocato.
Dopo tutto ciò potremmo ricominciare a parlare tra noi di turismo. Un'altra considerazione va fatta sulle entrate delle cave, a parte la caparbietà di un ex assessore, che è riuscito a far asfaltare la strada da Forchiusa al cimitero, dove sono finite le entrate di 15 anni? Una ricerca in proposito sarebbe proprio interessante.
Oggi abbiamo una nuova amministrazione, è ancora presto per esprimere giudizi, ma il buongiorno si vede dal mattino, che purtroppo è già ombroso. Un sostenitore ha affermato che useranno la materia cerebrale, non essendoci però abituati dico loro di usarla con parsimonia tanto per evitare un gran mal di testa. Conosco le loro capacità amministrative, auguro loro buon lavoro ma non mi illudo. Per esempio sul turismo un anno di chiacchiere. Devo riconoscere però che il Sindaco a suo modo l'incremento delle presenze turistiche lo attua; nomina rappresentanti del parco e della cosiddetta commissione edilizia, tutte persone fuori di Serra.
Come al solito ci sarà senz'altro qualcuno che non avendo nulla da contrapporre dirà: sono tutte balle.
A questi l'invito a fare investimenti nel nostro bel Paese con soldini propri in settori ricettivi; ritengo di essere sin d'ora in grado di stimare, in termini di mesi, la loro esistenza in attività prima del fallimento.

Angelo Cuicchi

P.S.
Dedicato particolarmente a Orazi Felice, ai suoi compagni, al suo partito e alle sue amministrazioni degli ultimi 25 anni.

2 commenti:

  1. Non sapevo chi avesse scritto il post ma ne ho condiviso il contenuto fino alla fine.

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    1. Ciao Manuela il posto è mio mi fa piacere che condividi il contenuto ciao

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