venerdì 7 luglio 2017

Il DDL dei compensi professionali

i nuovi compensi profesionali 

web

Non si può tacere:

ieri m’imbatto in una comunicazione di InGenio circa la reintroduzione legislativa “dell’equo compenso professionisti”.
Il titolo ovviamente mi incuriosiva tanto che, nel pensare tra me e me “finalmente”, andavo avanti nella illustrazione per sommi capi del DDL. Era già notte fonda, non l’avessi mai fatto. Ho perso il sonno per tutta la notte.
Secondo il DDL l’equo compenso è una oggettiva esigenza per tutti i consumatori perché li mette al riparo da servizi professionali di bassa qualità. Fin qui siamo ad una enunciazione di principio a dire il vero del tutto inutile. Tra privati l’incarico professionale normalmente si basa su una reciproca fiducia tra committente e professionista per conoscenza diretta e per esperienze passate. Comunque basato qualora ritenuto necessario da un contratto d’incarico comprendente ovviamente l’elenco delle prestazioni e i relativi compensi.
Per ovvi motivi, che più avanti specificherò, il rapporto tra il Pubblico e il Privato l’enunciato rimane una sterile inutile affermazione di principio.
Invece la parte più interessante del DDL riguarda l’entità dei compensi, un altro enunciato sensato destinato però a rimanere solo sulla carta:  il compenso deve essere proporzionato alla quantità e alla qualità del lavoro svolto, tenendo conto della natura, del contenuto e delle caratteristiche delle prestazioni professionali.
Da quest’ultimo sacrosanto principio mi aspettavo in qualche modo il ripristino in un tariffario minimo diviso, come sarebbe logico, per differenti funzioni che sono tante e di diverso impegno e responsabilità. Niente affatto, e qui confesso ho rischiato di andare fuori di testa.
Secondo il DDL, come si determinano questi variegati compensi?
Semplice: facendo riferimento a parametri vigenti, anche se limitati, nell’impiego del contenzioso (con discrezionalità del giudice caso per caso). Il compenso inferiore ai minimi stabiliti dai parametri vigenti si deve ritenere iniquo.
Infine: la soluzione potrebbe consistere nel dare forza di legge ai contenuti minimi degli accordi collettivi sottoscritti  da loro organizzazioni di rappresentanze con le associazioni delle committenze.
In poche parole l’elevazione al quadrato di una nuova forma di sindacalismo con quote d’iscrizione, rappresentanze, poltrone e così via.
A questo punto alcune domande mi sono venute spontanee:
cosa c’entra la progettazione ingegneristica, la direzione dei lavori, i collaudi con responsabilità civili per 10 anni e penali a vita con i parametri di un contenzioso civile? Ma tutte queste teste d’uovo, hanno mai messo piede in cantiere? Hanno bene in mente gli adempimenti formali triplicati negli ultimi 10 anni al solo scopo di ottenere un qualsivoglia permesso a costruire? Basiamo il tutto sull’importo delle opere? Le trattiamo tutte alla stessa stregua? La consulenza al pari di una progettazione? Ma dove vivono, sulla luna!!!
I periti del Tribunale di Ancona statisticamente lavorano a 3.80 euro l’ora, dopo 2 incarichi mi sono cancellato. Non va meglio per i CTU (quelli dei contenziosi), vengono pagati, previa accettazione del giudice, sulla base di un tariffario vecchio di oltre trenta anni. Ma questi signori del DDL queste cose le sanno? Si perché se non conoscono la realtà anche a nome di molti miei colleghi Li invito cortesemente di lasciar perdere e trovarsi una nuova occupazione, magari in agricoltura dove come si sa occorrono sempre nuove braccia.
Oltre la crisi del comparto edile che negli ultimi anni l’ISTAT ha registrato redditi medi lordi per architetti e ingegneri di circa 20.000,00-30.000,00 euro annui, gli imponiamo i compensi minimi del contezioso giudiziario? Cari signori abbiate il coraggio di dire loro: andate all’estero, buttate i documenti personali imbarcatevi su un barcone di turno con gli immigrati e alla identificazione registratevi come clandestini economici provenienti dall’Italia. Dite loro che non vi occorre niente chiedete, se siete in coppia i 90.00 euro al giorno di legge, oltre 32.000,00 euro l’anno li avrete garantiti.
Se questi sono i presupposti, se per il rapporto tra privati conta poco, quello con il pubblico è un vero problema alla radice. Per le progettazioni di OO.PP. Tutti concorreranno offrendo ovviamente la tariffa minima. Chi assumerà l’incarico? L’amico del sindaco? Il dirigente di turno nominato dal sindaco? Il vincitore verrà sorteggiato? Chi farà il sorteggio?  Cantone in tutte le stazioni appaltanti? Ma mafia capitale e l’expo 2015 non hanno insegnato niente? Mi sembra proprio di no.
Il  minor costo non può essere l’unico fattore giudicante, sulla base di un tariffario adeguato la scelta dovrebbe essere basata sul rapporto qualità/prezzo e soprattutto sull’incidenza della manodopera di progetto, ma non giudicato dalla stessa stazione appaltante ma da almeno una terna di professionisti terzi sorteggiati di volta in volta a rotazione dagli ordini professionali tra gli iscritti agli albi con almeno 10 anni di esperienza, come già si fa per certi collaudi o qualcosa del genere. Troppo semplice, non si farà mai. Ma qui si entra in un altro capitolo quello del codice degli appalti, tutta un’altra storia, ma descrivere quello che abbiamo sopportato in proposito da tangentopoli ad oggi non basterebbe un libro. Come ho detto è un'altra storia che insieme ad altre fa parte di una storia più grande dal titolo “il collasso di paese da temo in declino”.
Ing. Angelo Cuicchi

Nessun commento:

Posta un commento

Da computer:
se non hai un account google oppure un indirizzo URL dal menù a tendina scegli anonimo, se vuoi comunque che nel commento appaia il tuo nome digitalo in calce.
Da Cellulare:
scrivi il tuo commento poi digita il nome da visualizzare o anonimo