martedì 21 giugno 2016

A Silvio Berlusconi da un Consigliere Comunale di Campagna


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Egregio Presidente Silvio Berlusconi,

Non so perchè ma mi è venuta la voglia di pubblicare su questo blog alcune mie riflessioni in merito alle recenti elezioni amministrative.
Mi presento:
ho ormai 65 anni suonati, ho esercitato attvità imprenditoriale nel settore del recupero edilizio in mezza Italia per oltre trenta anni, sono in pensione e continuo ad esercitale la mia professione di ingegnere per sola passione.

Con la stessa passione da quaranta anni mi interesso di politica, culturalmente formato da uno dei grandi della politica economica e non solo della storia d'Italia, Ugo La Malfa. Per farla corta sono stato e sono un repubblicano. Le assicuro, ma Lei lo saprà, da giovane universitario a quei tempi non era facile essere repubblicano; la maggioranza dei miei coetanei, una massa informe di comunisti sessantottini, sbarravano con le bandiere rosse gli ingressi alle università e alle fabbriche.

Sempre per diletto ho fatto il Consigliere Comunale di opposizione alle Aministrazioni rosse da sempre, con tenacia e determinazione. Sei anni or sono mi sono presentato con una lista civica di centrodestra e perdo le elezioni per circa 60 voti in un paese di tremila abitanti, grazie ad un illuminato imprenditore locale che ha dovuto piazzare un suo uomo in Consiglio Comunale per poter continuare a fare il suo comodo; così è stato.

Ora svolgo la stessa funzione con una amministrazione civica di centro destra che ha vinto le ultime elezioni solo per la frantumazione della sinistra in tre liste. In poche parole amministriamo con il 37% dei consensi. Il nostro Sindaco a questo fattto non da peso, fa l'imperatore senza azzeccarne mai una nemmeno per sbaglio, riesce nell'impossibile, ovvero a far peggio dei comunisti e io mi trovo quindi di nuovo da capo.

Ora basta parlare di me anche perchè non centra nienete con le recenti elezioni amministrative e quindi con i risultati elettorali.

Dopo la meravigliosa macchina da guerra di Occhetto, ho aderito (e aderisco) senza indugio alla formazione politica da Lei fondata dal nulla. Allora aveva percepito come suol dirsi il comune sentire. Eccellente.

I problemi cominciarono subito dopo, mi dirà è semplice parlare con il senno del poi, mi creda Presidente non è così, queste mie esternazioni che seguono vengono da una attenta valutazione di oggi come di allora, delle scelte politiche Sue o da Lei assecondate con troppa superficialità.

Quando gli alleati non Le consentirono di attuare il programma elettorale, era necessario sciogliere le Camere e ripresentarsi alle elezioni per cacciare i 2 % ed altri, da Lei tirati fuori da quell'insignificante angolo politico, trasfomatisi in breve tempo in voltagabbana.

Girando per l'Italia per lavoro apprezzavo il sorgere di sezioni locali di Forza Itali in tutti i luoghi. Splendido, strategia necessaria per mantenere il contatto diretto con la popolazione.

Presidente, l'Italia però non è l'America inoltre non è un repubblica presidenziale. Come Le accennavo ho fatto politica locale ma non devoo insegnarLe cosa singifichi partecipare alle sezioni comunali,provinciali e regionali da dove nascevano i rappresentanti in sede locale e nazionale.
Metodologia che Lei ha sempre disatteso. Errore, Mastella insegna.

Ha criticato la politica dei cosidetti politicanti, plaudendo agli uomini del fare fuori dalla politica, come per l'ultimo in ordine di tempo il candidato Parisi a Milano. Quattro mesi fa non lo conosceva nessuno, appena nominato e dopo la visibilità mediatica che cosa fa per prima cosa? Prende le distanze dai partiti che lo appoggiano, risultato: ha perso le elezioni.

Come Parisi così in tutta Italia, al territorio non gli è stato di fatto consentito di nominare nessuno.
Li ha nominati tutti Lei per paura di “tradimenti”; bene faccia due conti: Manda la Bonino a Bruxelles, torna e fa un partito contro, Monti con lo zampino del Presidente della Repubblica fa ancotra peggio, nomina qausi tutti i parlamentari e una sessantina di questi se ne vanno a sostenere il governo dei compagni. CL di Formigoni, lo sostiene per due mandati come Governatore della Lombardia, adesso mi dice dove sta? Potrei continuare ancora per molto su questo argomento;
Le assicuro però che se uno di questi voltagabbana fosse stato nominato ed eletto dal territorio, come minimo avrebbe dovuto cambiare residenza.

Carissimo Presidente veda, se si convince, che la regola aurea della politica è la seguente:
Alle elezioni si ricandida chi ha ben amministrato oppure il migliore dell'opposizione che ha espletato il mandato con tenacia, correttezza e determinazione. Questi non possono in nessun modo essere scavalcati dai nominati trovati all'ultimo momento nell'uovo di Pasqua.

Ultima incomprensione, almeno da parte mia; ha trattato i grillini come i belzebù, si è comportato esattamente come i compagni comunisti contro di Lei. Errore. Il problema d'Italia è cacciare i comunisti e i loro eredi dall'occupazione sistematica e organizzata da tutti i centri di potere: comuni, provincie, regioni, enti sovracomunali, cooperative, consorzi, municipalizzate ecc., che hanno divorato il paese e ci hanno coperto di tasse e sovratasse.

Nonostante tutti questi errori Le sarò vicino anche per ciò che ha dovuto affrontare dalla democratica Magistratura italiana a senso unico. Nel mio piccolo, in tanti anni di Consigliere Comunale ho presentato una montagna di esposti alla Procura per gravi danni anche di alto valore economico nell'assordante colpevole silenzio delle Amministrazioni di sinistra. A tutt'oggi tutto tace.

Presidente, si riemetta presto, ritorni a “combattere” ma cambi tiro; per esempio, Lei che un esperto di sondaggi perchè non chiede agli italiani se è ora di abolire le regioni??? La sembra una fantasia? Mi creda, non sono il solo a pensare che, con un'altra corporazione che non nomino, siano la causa principale del disfacimemto del nostro Paese.

Angelo Cuicchi
Un consigliere comunale repubblicano di campagna

P.S.
Una questione di pura memoria storica:
il Senato, quale consiglio supremo dell'antico Stato romano, per puro rispetto della Storia, copiato nominalmente da molti Paesi al mondo, Stati Uniti compresi, non dovrebbe essere abolito, casomai dovrebbe assumere le funzioni della Camera mantenendo il proprio nome, con la conseguente abolizione della Camera dei Deputati.


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