martedì 6 settembre 2016

“Porta a Porta” di Vespa e il terremoto di Amatrice


Ieri sera ho assistito alla nota trasmissione “Porta a Porta” di Bruno Vespa sul terremoto di Amatrice. Ospiti in studio un ingegnere e un geologo.
Alcune osservazioni sono d'obbligo.
Vespa più volte domandava perché le costruzioni antiche, ovvero storiche, hanno resistito meglio delle costruzioni recenti magari consolidate.
Da parte dei Vigili del Fuoco le risposte sono state tutte a mezza bocca, quindi ritengo sia bene chiarire.
La differenza tra le costruzioni storiche di pregio rispetto agli edifici minori di aggregazione é la stessa che intercorre tra le costruzioni dei ricchi e quelle dei poveri.
La Chiesa, che non è mai stata una poveraccia, si è sempre permessa di avere il meglio delle costruzioni, sia le fatture delle murature, del materiale impiegato (conci di pietra squadrati), delle malte che delle regolarità geometriche dei propri edifici. In caso di terremoto in genere crolla il timpano, ovvero la parte di muratura più alta e non ammorsata trasversalmente, in pratica la più debole.
Le case dei poveri sono normalmente quelle di aggregazione che costituiscono la gran parte dei centri storici, costruite con ciottoli informi murati spesso con leganti a base di terra.
La norma purtroppo, altro buco, non prescrive l'abbattimento e la ricostruzione di questi muri ma solo il miglioramento, ovvero il consolidamento, peraltro non quantificato rispetto all'adeguamento sismico e il più delle volte sismicamente inutile.
Nella mia lunga attività situazioni di questo tipo mi si sono presentate, anche qui a Serra, queste murature le ho demolite e ricostruite per parti successive e per tutta altezza.
Altra obiezione: l'ingegnere del Politecnico di Torino ha fatto vedere con un video animato la differenza tra una copertura rigida in cemento armato e una leggera in legno, e l'utilità delle catene al fine di ottenere un comportamento scatolare dell'edificio. Riguardo alle catene nulla da dire, ma per quanto riguarda le coperture senza alcuna relazione con la rigidezza del solaio del piano sottostante, dal punto di vista esplicativo è una grave omissione. L'oscillazione di qualsiasi edificio in muratura è meno asincrona quanto maggiore è la rigidezza dei solai dipiano.
Relativamente al geologo il discorso è più breve, dice che ai fini del terremoto il sito degli edifici gioca un ruolo fondamentale, quindi bisogna scegliere bene il terreno dove edificare. Ha ragione, però ha dimenticato di considerare che centri storici sono lì e non li possiamo spostare a piacimento.

Questa è la muratura di chi poteva spendere



Questa invece è quella dei poveracci (sassi e terra), che la norma non impone la demolizione e ricostruzione, ma il miglioramento!!!


Un classico intervento ricorrente ma errato: solai e tetto ricostruiti su murature esistenti del tutto inadeguate.


Una corretta progettazione antisismica di adeguamento o di miglioramento non deve portare al crollo delle murature, pur ammettendo collassi locali anche gravi.
 
Angelo Cuicchi

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