venerdì 15 luglio 2016

La strage di Nizza


Siamo a piangere le decine di morti e feriti di Nizza per mano di terroristi islamici, questa volta di Nizza.
I religiosi pregano il Padre Eterno, i laici come me s'incazzano invece perchè siamo governati in Italia e in Europa da gente che non ha ancora capito che siamo in guerra.

La sinistra vuole che l'Europa intervenga unitariamente, i compagni stanno sulla luna, chiedono l'impossibile, L'Europa, se l'avete capito, tratta banche, curvatura di banane e cose del genere, il resto riguarda i singoli paesi, emigranti compresi.

Siamo attaccati e ci vogliono far vivere in Stati di polizia come gli aeroporti americani, che giustamente per quanto succede, sono dei veri presidi di polizia.
Questi terroristi ci stanno riuscendo perchè siamo inermi, incapaci di reagire in modo tempestivo e adeguato.

Noi italiani abbiamo sparsi per il mondo 6.500 soldati sotto l'egida della NATO, che per memoria è nata per difendere i Paesi membri da attacchi di altri Paesi.

Bene, noi italiani siamo invasi, e visto che la NATO è del tutto disinteressata, come sostenuto da un lungimirante articolo rintracciabile su questo blog del politologo Sartori, possiamo e dobbiamo reagire autonomamente anche sotto il profilo costituzionale.

Ritiriamo i soldati sparsi per il mondo, difendiamo le nostre coste, impediamo i barconi di salpare dai paesi africani con le nostre navi a presidio sulle loro acque territoriali.

Basta finirla con l'accoglienza a prescindere, chiudiamo le false moschee, rastrelliamo il territorio e cacciamo tutti i sospetti, senza se e senza ma.

Se non lo facciamo presto in tutta Italia succederà quello che già sta avvenendo nelle periferie delle grandi città. Migliaia di emigranti allo sbando senza dimora, alla faccia dell'accoglienza e dei buonisti di maniera che parlano, parlano, parlano, ma sempre pronti a girare la testa da un'altra parte.

Nel frattempo i furboni, quelli che sentono a naso il flusso dei soldi pubblici, s'ingrassano a nostre spese come i maiali.

Angelo Cuicchi

4 commenti:

  1. Da Carlo Zampetti su facebook
    Ieri a Nizza il trentunenne Mohamed Lahouaiej Bouhlel ha ucciso 84 persone investendole con un camion. L'attentatore aveva dei precedenti penali di criminalità comune, viene descritto come "poco religioso" e "taciturno", si stava separando dalla moglie e ancora non si conoscono le motivazioni del suo gesto. Nel luglio 2011 il trentunenne norvegese Anders Breivik uccise a sangue freddo 77 persone, molte delle quali tra i 15 e 19 anni, la maggior parte finite con un colpo alla nuca; nella visione del terrorista, che agì da solo, erano tutti colpevoli di battersi per una società "multiculturalista". Nel marzo 2015 il ventisettenne Andreas Lubitz, copilota della compagnia aerea German Wings, si è schiantato con il suo aereo di linea sulla alpi francesi: con lui sono rimaste uccise 144 persone. Secondo numerose testimonianze il pilota soffriva di una grave forme di depressione. Omar Ismail Mostefai, invece, prima di diventare uno dei kamikaze del Bataclan, aveva sognato una carriera da rapper. Stesso sogno per Cherif Kouachi, uno dei due fratelli uccisi dopo l'assalto a Charlie Hebdo. Tutti questi casi sembrano accomunati da un tratto psicologico più rilevante di quello ideologico o religioso. Disturbo narcisistico della personalità. Sono individui incapaci di percepire il dolore altrui e accomunati da un desiderio di fama e grandezza che non riesce a fare i conti con la vita grigia di ogni giorno. In queste menti disturbate, fallite la altre possibilità, la sola occasione di esprimere il proprio ego ipertrofico, sembra essere un suicidio spettacolare, tragico, che infligga dolore agli innocenti e apra le edizioni straordinarie dei Tg. La stessa motivazione sembra muovere i rich-kids autori della strage di Dacca, i foreign fighters che si uniscono all'Isis, i folli che assaltano cinema Usa indossando la maschera di Joker. Viviamo un tempo di solitudini. Viviamo un tempo di aspettative infinite e irrealizzabili. Siamo bombardati da un consumismo delle aspettative nutrito ogni momento dal mercato, da tanta politica, dal populismo, da buona parte del sistema mediatico, dai social network, da un senso comune che ci esorta ad esagerare, a desiderare troppo, che non ammette sconfitte, separazioni, dolore, perdenti. A mio avviso tutto ciò è alla base di tanto odio e di tanto orrore. Resistere oggi, personalmente e culturalmente, può vuol dire soltanto combattere questo consumismo, questo senso comune. Vuol dire far calare l'asticella dei desideri, interrogarsi su ciò che è importante davvero, allenarsi, allenarsi e allenarsi ancora, a gestire le nostre frustrazioni, imparare a perdere. Ne sono cosciente: è difficile che questo basti a fermare la follia che ci circonda. Eppure è qualcosa che possiamo fare subito, adesso. L'altra alternativa è rimanere immobili chiedendoci quando e dove dei pazzi narcisisti colpiranno ancora. E se lì in mezzo ci saremo anche noi.

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  2. Posso convenire, ma oggi la strage di Nizza è stata rivendicata dall'Isis, questa è una malapianta da estirpare in ogni modo e con ogni mezzo, compresi tutti i suoi ipocriti sostenitori silenziosi, che dicono di predicare la fratellanza in una lingua a noi sconosciuta ma di fatto lavorano per un altro obiettivo, la sopraffazione culturale dell'islam.

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  3. non ci vuole molto a rivendicare o purtroppo persino condividere il gesto di un folle...

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  4. Carlo, ne hanno individuati cinque, non fare come i comunisti di una volta che per chiamare terroristi i compagni che sbagliavano ci vollero 10 anni

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