Il giudice del tribunale dell’Aquila,
Giuseppe Grieco, ha
assolto l’ex capo della Protezione Civile Guido Bertolaso dall’accusa di omicidio colposo perché il fatto non sussiste al
processo Grandi Rischi bis
in merito al sisma dell’Aquila del 6 aprile 2009. Un primo
considerevole peso tolto dalle spalle di Bertolaso, cui resta da
affrontare il processo per i costi del G8 alla Maddalena nel 2009.
Bertolaso era accusato di omicidio colposo plurimo e lesioni, in
particolare per aver organizzato una “operazione mediatica perché
vogliamo rassicurare la gente”, come disse in un’intercettazione con
l’allora assessore abruzzese della Protezione Civile Daniela Stati,
prosciolta, convocando la riunione degli esperti della commissione
grandi rischi all’Aquila, il 31 marzo 2009, a 5 giorni dalla scossa
distruttiva del 6 aprile seguente.Non riabilitato del tutto, ma
riabilitato a metà: una soddisfazione per un personaggio la cui
candidatura a Roma aveva avuto effetti devastanti nel centrodestra, dove
molti ambienti lo consideravano “impresentabile”.
Il senatore di FI Francesco Nitto Palma
si è detto contento di un’assoluzione che dovrebbe mettere a tacere
“chi nel centrodestra ne ha ostacolato la candidatura a sindaco. E’
davvero un peccato che Roma abbia perso un ottimo sindaco, perché questo
sarebbe stato il dottor Bertolaso, per ritrovarsi affidata a dilettanti
allo sbaraglio”.
E un altro politico definito “impresentabile”,
Vincenzo De Luca, presidente della Regione Campania, è stato assolto ieri “perché il fatto non sussiste” dalle accuse legate alla
vicenda del Sea Park, il parco marino mai realizzato a Salerno: e il governatore si toglie un sassolino, anzi un
macigno dalla scarpa nei confronti di Rosy Bindi,
presidente della commissione Antimafia, che alla vigilia delle
regionali dell’anno scorso inserì il suo nome tra quello dei candidati
“impresentabili”. “Esprimo piena soddisfazione e rispetto per la
magistratura. Era questa la vicenda per cui una avventurosa parlamentare
ci aveva presentato come ‘impresentabili’. Oggi ci presentiamo a testa
alta”. La vicenda segnò un altissimo momento di tensione nel Pd. De Luca
definì “infame ed eversiva” l’iniziativa della collega di partito,
arrivando addirittura a presentare una denuncia-querela contro di lei,
poi archiviata dal gip di Roma. Secondo l’ex sindaco di Salerno, Bindi
aveva “danneggiato in maniera pesante e consapevole il Pd a 24 ore da un
voto importante. Nei Paesi civili che si rispettano impresentabili sono
coloro che hanno una condanna definitiva, e non quelli che stanno sullo
stomaco a qualcuno”. Accuse “inaccettabili” secondo la presidente
dell’Antimafia, che riscosse ampia solidarietà tra i colleghi di partito
e chiese l’intervento degli organi interni di garanzia del Pd.
La sentenza della seconda sezione penale del tribunale di
Salerno assolve De Luca e gli altri 41 imputati: una decisione attesa
dopo che lo stesso rappresentante della pubblica accusa, il pm Vincenzo
Montemurro, nella sua requisitoria
si era espresso in tal senso demolendo di fatto l’impianto accusatorio costruito dai colleghi che lo avevano preceduto, dopo otto anni di dibattimento e a diciotto anni dall’inizio dell’inchiesta.
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