Illustre
Signor Presidente della Repubblica Sergio Mattarella,
Lei
invoca , dal meeting di Rimini unità nazionale, e ammonisce : deboli
se divisi. Rilevo che l'unità non può esserci se le ingiustizie
sociali aumentano a vantaggio di pochi e contro i diritti dellia
maggioranza dei cittadini , che vive in condizioni di bisogno e di
umiliazione come insegnanti, lavoratori, disoccupati , pensionati ,
forze dell'ordine, portatori di handicap.
Qualcuno
potrebbe interpretare l' invito come adesione al progetto riformista
del
premier , che a molti, tra cui chi scrive, appare eversivo e
inaccettabile. Lei , signor Presidente, sembra ignorare ciò che
disse Piero Calamandrei nel 1947“ nella preparazione della
Costituzione il Governo non ha alcuna ingerenza: il governo può
esercitare per delega il potere legislativo ordinario, ma nel campo
del potere costituente, non può avere alcuna inziativa, neanche
preparatoria. Quando l'assemblea discuterà pubblicamente la nuova
Costituzione, i banchi del Governo dovranno essere vuoti ( sic),
estraneo del pari deve rimanere il Governo alla formazione del
progetto. Se si affida al Governo o a una Commissione di tecnici non
facenti parte dell'assemblea la preparazione del piano, la sovranità
popolare viene menomata”. ( Calamandrei come nasce la Costituzione
il Ponte ed vol I p 147) .
Ed
invece con la riforma del Senato è accaduto l'esatto contrario: il
progetto è stato preparato dal Governo, che si è servito di forze
esterne al Parlamento , forse non disinteressate, e il Governo è
stato il promotore esclusivo della riforma dalla quale è stata
esclusa totalmente la opposizione, perfino quella interna alla
maggioranza. Il Parlamento è stato del tutto esautorato. La riforma
è stata approvata da una illegittima maggioranza , secondo la Corte
Costituzionale, sentenza n 1 2014, violando l'articolo 72 comma 4,
che impone la procedura normale di esame e non consente
la fiducia o trucchi analoghi, tipo supercanguro, lesivi del diritto
della opposizione. Nè condivido, signor Presidente, il suo invito a
evitare lo scontro politico, che invece è necessario se si esprime
nel rispetto delle regole. Mentre Lei, signor Presidente, garante
della Costituzione , che deve osservare con disciplina e onore ( art
54), non censura in alcun modo il Premier, il quale, mentre non fissa
la data del referendum, gestisce in modo scorretto e monopolistico le
TV pubbliche a favore del SI, in violazione del pluralismo, cardine
della democrazia, sancito dall'art 21 della Costituzione. Nè si può
pretendere il silenzio dei cittadini , specie dei risparmiatori , di
fronte alle reiterate colossali bugie del premier , come quella del
risparmio, con la riduzione dei Senatori , di 500 milioni di euro, da
destinare ai poveri. Circa l'unità nazionale, mi permetto di
richiamare l'insegnamento di Aristotele “ se uno stato diventa
sempre più uno, non sarà più neppure uno Stato, perché lo Stato è
per sua natura pluralità. di conseguenza chi è in grado di
realizzare tale unità non dovrà farlo perché distrugge lo Stato”
( Aristotele poltica, 11 , 1261 ) .Di conseguenza io e molti altri
non saremo mai uno con il Presidente del Consiglio, autore di una
riforma liberticida e reponsabile di leggi ingiuste che favoricono
pochi e danneggiano i più. Con i miei rispettosi saluti.
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Sto con Imposimato, da sempre indipendente di sinistra, condivido tutto, parola per parola, soprattutto i riferimenti a Calamandrei (giurista fondatore del Partito d'Azione e presidente della Costituente, benchè ministro della Giustizia del periodo Mussoliniano, mai iscritto al Fascio ed uno dei pochi intellettuali di allora che non ha mai giurato fedeltà al Duce, ma riconoscito esperto in materia di codici civili e penali da parte di tutti).
RispondiEliminaOggi Imposimato, ex parlamentare, ex magistrato, è membro onorario della suprema Corte di Cassazione e non credo proprio per caso, ma in qualità di esperto.
Molti di sinistra si domandano dev'è finita la sinistra?
Non penso che bisogna rompersi la testa per capirlo. Ai temi di Leonid Breznev stava con il PCUS sovietico e tutto filava ordinatamente, dopo la caduta del muro di Berlino ha perso i riferimenti.
Predicando però per trent'anni “la dittatura del proletariato”, qualcosa è riuscita ad attuare: per esempio questa dittatura, a dire il vero non proprio del proletariato, ma la dittatura l'ha centrata in pieno, e tutti sanno con il sostegno di chi.
Oggi, secondo di cosa si parla si può capire con chi sta la sinistra.
Se si parla di affari sta con De Benedetti, il Monte dei Paschi d Siena e con le cooperative rosse.
Se si parla di Migranti sta con il Papa e con Mattarella, ma anche con quei ricconi radical chic sinistrorsi delle ville di Capalbio che vogliono l'accoglienza a casa d'altri.
Se si parla di poveracci non sta con nessuno, non li conosce prorpio.
Angelo Cuicchi